La prima
tra le moto a trazione integrale è la Rokon,
infatti il progetto di
Carlo
Fehn di San
Bernardino in California ha inizio intorno al 1958 circa e fu brevettato solo nel
1966. Questa moto
adotta un sistema semplice: una catena di trasmissione sia per la ruota dietro
che per quella davanti. Il
problema
che fece ritardare la messa in produzione del mezzo fu che in curva la ruota anteriore
dovesse girare più velocemente di quella posteriore per non far cadere il
conducente.
Era
concepita per superare qualsiasi terreno
e ostacolo. Il
motore era un 4 tempi da 6,6 cavalli, la potenza era trasmessa in modo regolare
per evitare di slittare su fondi scivolosi, qualcuno la chiamava “la capra di
montagna” per le
doti di arrampicata. Per questo motivo fu utilizzata
anche da guardie forest-
ali e pompieri che la dotarono di una pompa a immersione
che serviva
per le manichette anti incendio.

Ci
hanno poi provato quelli della Drysdale nel 1990 con la 2x2x2, chiamata così perché,
oltre ad avere entrambe le ruote motrici, sono anche entrambe sterzanti. Anche
se l’estetica guardandola qui a destra lascia un pò a desiderare.

KTM
dopo questa esperienza con Yamaha , nel 2008 inizia a studiare un piccolo
motore elettrico da installare sul mozzo di ciascuna ruota delle sue moto.
Questo sistema garantisce, secondo l’ingegnere Wolfgang Felber a capo del progetto, rispetto a quello idraulico un minor peso, nessuna perdita di potenzae può essere attivato dal pilota.

Nel
progetto si utilizza sull’anteriore una sospensione
a triangoli sovrapposti (Double A-arm) di tipo ‘Hossack’, ma con l’aggiunta
di un pignone, un singolo giunto universale e due catene. Un cricchetto nella
ruota anteriore permetterebbe a qust’ultima di girare più velocemente della
ruota posteriore in curva, mentre è possibile regolare il sistema in modo che
la ruota anteriore entri in funzione al minimo segno di slittamento della
ruota posteriore, il che significa essenzialmente che la moto funzionerebbe
sempre in modalità trazione integrale.
Il kit
di
conversione nella sua forma attuale aggiunge circa 13 kg al peso della moto, ma
i creatori hanno come obiettivo quello di raggiungere i 6 kg per poi immettere
sul mercato il meccanismo.
Infine
ecco l'unico sistema di trazione integrale che può essere acquistato da
chiunque al costo di circa 5000€, il sistema meccanico Christini disponibile
per le KTM e le Honda CRF. Il funzionamento è abbastanza semplice, il pignone è
"sdoppiato", come nel progetto della Yamaha, da dove parte una
seconda catena collegata ad una piccola frizione, dal carico regolabile tramite
una vite, che serve a trasmettere in percentuale minore la potenza alla ruota
anteriore. L'albero di trasmissione entra poi nel cannotto di sterzo, e da qui
viene trasmessa alla ruota da un albero di trasmissione.
TRAZIONE INTEGRALE PER MOTO SPORTIVE

il
motore, un Ducati Testastretta della 999, trasmette la trazione “anche” alla
ruota anteriore tramite un differenziale a giunto viscoso (simile
a quelli montati in molti quad ). Per garantire la miglior trazione in
ogni condizione di guida il sistema è controllato elettronicamente ripartendo la
potenza, fra ruota anteriore e ruota posteriore, tramite sensori che analizzano
i parametri per poi inviare i comandi alla centralina in un decimo di
millisecondo. La ripartizione della trazione varia da un 50-50 % fino a 80 – 20
% a seconda dell'apertura del gas e della ripartizione del peso nelle fasi di
accelerazione e frenata.
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